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Imballaggi industriali: quanto sono pericolosi?

Di questi tempi, negli ambienti aziendali la produzione di rifiuti è sempre più portentosa: molti di questi scarti riguardano imballaggi contenenti svariate sostanze.

Pensiamo ai vari contenitori -in plastica o metallo- con all’interno vernici, prodotti alimentari, inchiostri o vari solventi.

Ma quanti di questi imballaggi industriali possono essere considerati pericolosi? E, in caso, come ci si occupa del loro smaltimento?

Imballaggi industriali pericolosi: come muoversi?

È importante capire che perché un’azienda possa smaltire correttamente i propri rifiuti, serve una buona educazione ecologista.

Questo non soltanto per ridurre l’effetto impattante di molti rifiuti, ma per scongiurare il rischio di pesanti sanzioni, oggigiorno sempre più rigorose, vista l’importante svolta europea in merito agli obiettivi di economia sostenibile.

Il decreto rifiuti (D. Lgs 116/2020) recepisce lo spirito green che anima la comunità europea nell’inseguire questi risultati.

Ciò avviene con una serie di norme e indicazioni tese ottimizzare la gestione e il riciclo dei rifiuti.

Naturalmente, perché il disegno normativo possa concretizzarsi servono educazione e sensibilità da parte dei soggetti coinvolti nell’attività di smaltimento.

Alla base di una buona gestione dei rifiuti in ambiente aziendale, c’è un’osservazione attenta della differenziata, dove a ogni rifiuto corrisponde una relativa destinazione non soltanto in fatto di smaltimento, ma anche di attenta differenziazione a monte.

Distinzione che avviene tramite contenitori con assegnazione di diversi codici.

Tali procedure devono essere osservate in modo particolare con gli imballaggi industriali pericolosi.

Il pacchetto economia circolare europea: obiettivi importanti con gli imballaggi industriali pericolosi

Il decreto rifiuti, sostenuto dalle direttive comunitarie, delinea importanti obiettivi per i quali i soggetti coinvolti nella fase di produzione e smaltimento rifiuti devono mostrare grande responsabilità sociale.

Per l’appunto, i risultati a cui ambisce il pacchetto Economia circolare per il riciclo e la riduzione dei rifiuti spinge a un impegno costante e sinergico tutti gli stati membri.

Per quanto riguarda gli imballaggi -sia pericolosi che non- ci si attiva per il raggiungimento dei seguenti risultati.

  • -Una soglia del 70% per il riciclo degli imballaggi in materiali ferrosi entro il 2025 e dell’80% per il 2030.

  • -Per gli imballaggi in vetro, riciclo del 70% per il 2025 e del 75% per il 2030.

  • -Quanto gli imballaggi legnosi, la soglia a cui si mira è del 25% del riciclo per il 2025 e del 30% per il 2030.

  • -75% del riciclo degli imballaggi in carta e cartone per l’anno 2025 e dell’85% per il 2030.

  • -50% di riciclo entro il 2025 per il imballaggi di alluminio, e del 60% entro il 2030.

  • -Per gli imballaggi di plastica, invece, il disegno prevede il riciclo del 50% per il 2025 e del 55% per il 2030.

Sono obiettivi ambiziosi, ma come perseguirli per quanto riguarda gli imballaggi industriali contenenti sostanze pericolose?

Imballaggi industriali pericolosi: assegnazione del codice CER

Per un corretta gestione dei rifiuti, come dicevamo, è importante una buona distinzione in base alla tipologia e al relativo impatto ambientale.

Una virtuosa gestione dei rifiuti è, fra l’altro, un pilastro fondamentale della normativo ISO 14001, che concerne la regolazione degli ambienti aziendali secondo le direttive comunitarie.

Altro aspetto imprescindibile è quello della classificazione CER dei rifiuti: in base alla pericolosità, viene assegnato un codice univoco e specifico che si rifà alle indicazioni del Catalogo europeo dei rifiuti.

L’assegnazione di questo codice segna l’inizio della procedura di smaltimento: l’imballaggio viene contrassegnato come rifiuto speciale pericoloso.

Per smaltire gli imballaggi industriali pericolosi, serve seguire una serie di procedure rigorose, al fine di ridurne l'impatto ambientale. In questa foto, una serie di barili industriali contenenti olio esausto.

Codice CER 150110* per gli imballaggi industriali pericolosi

Il codice CER utilizzato per gli imballaggi industriali pericolosi è il 150110*, dove l’asterisco indica che si tratta di un rifiuto speciale pericoloso.

A seconda delle proprietà chimiche della sostanza contenuta, è possibile trovare un particolare materiale piuttosto che un altro.

Pensiamo a vernici e oli che devono essere imballati in contenitori di plastica per scongiurarne il deterioramento e altri -specie i solventi- che richiedono materiali metallici.

Ai fini della classificazione, quello che conta davvero è la sostanza contenuta nell’imballo -se questa sia pericolosa o meno- a prescindere dal materiale adoperato.

Varie tipologie di pericolo per gli imballaggi industriali

Se il codice CER provvede a inserire gli imballaggi industriali pericolosi nella categoria generale di rifiuti speciali pericolosi, questi ultimi sono soggetti a un’ulteriore distinzione.

L’applicazione della sigla HP li distingue in 15 diverse categorie di pericolo: si va da cancerogeno, mutageno, infettivo, irritante per arrivare a esplosivo e infiammabile.

Come occuparsi dello smaltimento? Rivolgersi a un professionista

Dalla pericolosità di questi imballaggi deriva un trattamento particolare e rigorosamente normato che ogni operatore coinvolto nella produzione e nello smaltimento dei rifiuti deve seguire.

Una fase che coinvolge ogni figura del processo logistico.

Per alcune classi di pericolo -si pensi ai materiali esplosivi o infiammabili- sono previste particolari condizioni di trasporto che vigono al livello comunitario: si pensi a regolamenti come L’ADR -che valgono sul suolo stradale- e il RID, che regola il trasporto ferroviario.

Ovviamente, trattandosi di materiali pericolosi, gli imballaggi industriali saranno smaltiti in particolari depositi di smaltimento.

Si consiglia, visto quanto è delicata la procedura, di affidarsi a un professionista esterno che si occupi del trasporto dei rifiuti.

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Da anni ci occupiamo della gestione dei rifiuti speciali aziendali.

Sul nostro sito puoi trovare la lista dei rifiuti trattati, con all’interno i 150110* trattati in quest’articolo.