Fra i rifiuti maggiormente prodotti negli ambienti industriali, vi sono gli scarti degli oli esausti, generati dalle officine o da circuiti di macchinari che lavorano a pieno regime.
Oli minerali e sintetici provenienti da circuiti idraulici, motori e ingranaggi di impianti complessi, utilizzati per garantire il funzionamento, ma anche per la manutenzione e l’antigelo.
Se rilasciati in modo poco responsabile nell’ambiente, possono provocare danni pesanti, mettendo seriamente a rischio l’ecosistema.
Proprio per questo, tali rifiuti sono classificati come speciali e pericolosi.
Lo smaltimento degli oli esausti industriali è normato da una legislazione rigorosa che, se non seguita correttamente, comporta pene severe.
Ma come occuparsi dello smaltimento di oli esausti industriali senza incorrere in sanzioni?
Le sanzioni
Per lo smaltimento di oli esausti industriali, le pene stabilite sono molto severe: con previsioni di multe da 1.600 e 9.300 euro, e perfino l’arresto fino a 2 anni per il trasporto di oli esausti non sottoposti a regolare identificazione.
Il decreto n. 95 del 27 gennaio 1992 definisce un olio esausto un
qualsiasi olio industriale o lubrificante, a base minerale o sintetica, divenuto improprio all’uso cui era destinato inizialmente
L’olio, infatti, subisce delle trasformazioni chimiche, a seguito dei processi industriali a cui è soggetto.
Smaltimento oli esausti: un iter speciale.
Il decreto, inoltre, definisce un iter specifico attraverso cui gli oli esausti industriali vengono prima scortati e identificati dal produttore e poi trasportati, da aziende terze, in appositi centri di smaltimento.
Ma perché tanto zelo?
Rifiuti molto pericolosi!
La questione dello smaltimento degli oli esausti industriali non è una faccenda da prendere sottogamba.
Un solo litro di olio esaurito basta a compromettere migliaia di litri di acqua marina.
Questo bisogna tenerlo a mente, dal momento che è molto diffusa l’abitudine criminale di liberarsi dell’olio finito tramite scarichi domestici e fognature; o addirittura rilasciandoli direttamente nei corsi d’acqua.
A contatto con l’acqua, l’olio esausto crea una pellicola che impedisce il passaggio dell’ossigeno, scatenando di fatto la morte di flora e fauna presenti.
Suolo e falde acquifere a rischio, se non si smaltiscono gli oli esausti
Ma il rischio non è soltanto per le specie marine e quelle che abitano i fiumi.
L’olio esausto, se rilasciato nel suolo, si addensa in una patina impermeabile, che impedisce il nutrimento delle piante e danneggia il terreno nelle sue componenti.
L’olio può spostarsi poi nelle falde acquifere.
L’acqua smette di essere potabile e aumentano i problemi di salute.
Attenzione a maneggiarlo!
Se questo non bastasse, dovete sapere che il contatto dell’olio esausto con la pelle è quasi sempre dannoso: specie con quelli che vengono da ingranaggi e macchine.
Questi ultimi presentano residui di metalli derivanti dal processo di combustione.
I danni in cui si può incorrere -ormai conclamati scientificamente- sono allergie, nausee, intossicazioni, disfunzioni epatiche, ecc…
Occorre, quindi, maneggiare gli scarti servendosi di guanti e dispositivi protettivi.
Smaltimento degli oli esausti industriali: come fare?
Per lo smaltimento degli oli esausti industriali, il decreto stabilisce che questi siano raccolti in particolari contenitori.
Qualsiasi attività industriale che, nel corso dell’anno produca più di 300 litri d’olio esausto, deve stoccare il liquido nel deposito temporaneo, in recipienti appositamente predisposti per evitare la contaminazione dell’olio con altri agenti, fino alla raccolta.
I rifiuti vanno contrassegnati con il loro particolare codice CER e, prima del trasporto, va compilato il formulario.
Vari contenitori
Esistono diversi fusti e contenitori, più o meno comodi, progettati per il raccoglimento di olio esausto.
A seconda del settore in cui si lavora, a chi lo produce potrebbe convenire usarne uno piuttosto che un altro.
Per gli oli di origine industriale, è sempre consigliato un contenitore in camera doppia, che garantisce maggior sicurezza, poiché dotato di un rivestimento in acciaio.
Per quanto riguarda il raccoglimento all’esterno, è importante sottolineare che i contenitori vanno risposti in una particolare vasca di raccoglimento, con pavimento impermeabilizzato che impedisca il filtraggio di olio nel terreno.
La vasca deve avere una capacità contenitiva pari all’intero contenitore -se ve n’è soltanto uno- o di 2/3 della capacità complessiva, se di raccoglitori ve ne sono diversi.
Smaltimento e rigenerazione degli oli esausti industriali
I contenitori di olio esausto saranno trasportati da particolari ditte negli appositi centri di smaltimento.
Come sistema prevalente per lo smaltimento, il decreto prevede la rigenerazione, che consiste nel riciclo dell’olio per ottenerne uno migliore.
L’olio rigenerato, infatti, si presenta come più prestante per capacità librificante rispetto a quello nuovo ottenuto da petrolio greggio.
Quest’ultimo possiede molecole prive di residui pesanti.
L’Italia, da questo punto di vista, è all’avanguardia rispetto al resto d’Europa, disponendo di un ente –COOU, Consorzio obbligatorio degli oli usati- che nel 2022 ha raccolto oltre 181.000 tonnellate di olio usato, rigenerandone circa il 98%.
Qualora questo metodo non sia praticabile per particolari impedimenti tecnici, l’olio può essere smaltito tramite combustione e processi di distruzione innocui.
A ogni modo, per il trasporto conviene sempre affidarsi a ditte di professionisti.
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Sul nostro sito, troverete la lista dei rifiuti di cui ci occupiamo, tra cui anche gli scarti di oli industriali.