Cosa sapere per un corretto smaltimento di toner e cartucce aziendali?
Uffici e aziende fanno un uso abbondante di certe apparecchiature.
Noi, sicuramente, non immaginiamo quanto persino strumenti che impieghiamo quotidianimente possano avere un impatto forte sull’ambiente.
Neanche sospettiamo quanto severe possano essere le leggi che sottendono al loro smaltimento.
Ci sono pochi accorgimenti da seguire per evitare sanzioni che possono arrivare a 93.000 euro.
Vediamoli insieme.
Smaltimento di toner e cartucce aziendali: di cosa parliamo?
Toner e cartucce tendono a esaurirsi molto spesso, specie se consideriamo la quantità spropositata di documenti che stampiamo in ufficio.
Dinamica questa che, sebbene significativamente ridotta, non sembra superata nemmeno con l’introduzione degli archivi digitali.
Nel linguaggio comune, si tende a confondere toner e cartucce.
In entrambi i casi, sicuramente, si tratta di materiale di supporto per la stampante, il quale fornisce riserve d’inchiostro per i documenti.
L’unica differenza è che la cartuccia contiene inchiostro liquido; il toner inchiostro in polvere.
Ce ne sono un’infinità di tipologie; quello che è importante sapere, però, è che esaurito il loro ciclo di vita diventano rifiuti speciali.
Come si smaltiscono i rifiuti speciali?
A differenza dei rifiuti comuni, quelli speciali richiedono un particolare iter di smaltimento, che implica l’affidamento ad aziende ed enti terzi, specializzati nel loro trattamento.
Certo non possiamo gettarli nei bidoni o all’isola ecologica come normali rifiuti.
I rifiuti speciali sono tutti contrassegnati da un codice CER -Catalogo europeo dei rifiuti- accompagnati da un asterisco se considerati pericolosi.
Smaltimento toner e cartucce aziendali: cosa dice la legge?
Il D.Lgs. 152/06 è da considerarsi il principale testo di riferimento rispetto alla procedura da seguire per lo smaltimento di toner e cartucce aziendali.
Secondo la normativa, vi è per ogni titolare di partita iva -imprese e liberi professionisti- l’obbligo di attenersi rigidamente a tutte le indicazioni per un corretto smaltimento dei rifiuti da stampa.
Il produttore del rifiuto è da considerarsi come unico responsabile del suo corretto smaltimento.
L’azienda, quindi, rischierebbe una pesante sanzione anche nel caso in cui la stampa provenisse da un’apparecchiatura a noleggio.
Ma quali sono queste sanzioni?
Le sanzioni per uno smaltimento scorretto
Le sanzioni amministrative previste comprendono
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Multe che partono da 15.500 euro a 93.000, in caso di rifiuti pericolosi;
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alcune sanzioni accessorie quali la sospensione da un mese a un anno, con possibilità che si sfoci nel penale.
Smaltimento di toner e cartucce esauste aziendali: le procedure da osservare
Per evitare queste spiacevoli conseguenze, comunque, è sufficiente osservare poche semplici regole.
Cartucce e toner esausti vanno disposti in speciali contenitori -ecobox- o –quando pericolosi– in una particolare area di raccolta, con accesso limitato al personale incaricato.
Il prelievo e il trasporto dei rifiuti sarà compito di un ente terzo o di un’azienda incaricata.
Sarà dovere di chi produrrà il rifiuto:
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la compilazione del formulario identificativo del rifiuto;
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l’iscrizione al Sistema di controllo per la tracciabilità dei rifiuti;
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redazione del modello unico di dichiarazione ambientale.
Qualche dritta
Alcune dritte e appunti per applicare un corretto smaltimento ed evitare sanzioni.
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Il ritiro del toner va richiesto entro 12 mesi dalla produzione del primo rifiuto.
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Conservare per almeno 5 anni il modulo FIR fornito dall’operatore che si occupa del ritiro.
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Inutile dirlo: è importante affidarsi all’ente e all’azienda giusta per un corretto smaltimento dei tuoi rifiuti di stampa. Una che lavori in modo professionale, cha disponga della licenza del Ministero dell’ambiente e goda di tutte le autorizzazioni previste fornite dalla regione.
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Sul sito la lista di rifiuti speciali di cui ci occupiamo, fra i quali anche gli i toner e le cartucce aziendali esauste.